Filosofia dello studio
Livio Vacchini basava la sua progettazione sul rito, sulla cadenza, sul ritmo e sull’etica.
Esiste una forma di ritualità nella maniera con cui un progetto viene di volta per volta rivisto e ripercorso.
Da un progetto “madre”, etico e teorico, le fasi di progettazione seguono un percorso di ricerca che riprende sempre gli stessi ragionamenti e li porta ad una precisione di espressione sempre maggiore.
Il risultato è ogni volta nuovo e profondamente mutato rispetto al precedente e tuttavia così simile.
Ad ogni mutazione il progetto madre si arricchisce di nuove regole, di teoria e di etica; si perfeziona lasciando dietro a sé errori e valutazioni imprecise.
L’estetica è la risultante di questo rituale antico dove il pensiero, esprimendosi nella sua purezza svela la sua bellezza propria, che non ha bisogno di venire creata poiché già è.
Il primo progetto è sempre dunque il primo progetto nella storia dell’umanità. Il dialogo continuo e costante con le architetture del passato è ciò che permette all’architettura odierna di avvicinarsi alla perfezione e quindi alla bellezza.
Dialogo significa critica. Critica significa estrema ammirazione; quell’ammirazione che permette di estrarre da un capolavoro il pensiero per esprimerlo nuovamente in chiave più pulita.
Il pensiero pulito è ciò che ci fa percepire un’opera quale “classica” o “antica”, poiché ne esprime l’essenza. Luce, struttura e spazio trovano allora quell’equilibrio sapiente raggiungibile solamente in secoli di osservazione da parte della mente dell’uomo.
Ogni materiale ha un comportamento proprio alla luce, alla gravità, alla sua materia. Un materiale fuso e modellato non ha la stessa anima di un materiale assemblato, che ancora è diverso da un materiale complesso e colato all’interno di un cassero.
Le proprietà di ogni materiale vanno espresse e portate alla luce. Solo così il materiale stesso può dare il massimo delle sue possibilità e trovata la struttura che più gli si addice esprimersi in prestazioni sempre più spettacolari.
L’uomo da sempre ha il desiderio di provare l’ebbrezza del limite. Limite significa verità, perfezione. Perfezione e verità sono fonte di emozione.
La tecnica e la tecnologia permettono all’uomo di salire a limiti sempre più alti e lontani per sperimentare la costruzione di spazi sempre più precisi ed emozionanti.
Per l’uomo, costruire uno spazio significa quindi guidare la luce in uno spazio attraverso materiali e strutture che, spinte grazie alla tecnica nel loro limite massimo, nel corso della storia dell’umanità vanno cercando la perfezione e quindi la verità e la bellezza.